IL CONSIGLIO COMUNALE DI CESANO BOSCONE BOCCIA IL PIANO CASA DELLA REGIONE LOMBARDIA.
Volendo sintetizzare quanto accaduto mercoledì 14 ottobre durante la riunione del Consiglio comunale diremmo che le notizie da dare siano tre:
  1. a Cesano Boscone il Piano Casa proposto dalla Regione Lombardia non sarà adottato;
  2. il Consiglio comunale esiste ed è intenzionato a farsi ascoltare dalla Giunta;
  3. il Partito Democratico cesanese ha qualche problema.

Andiamo con ordine: la serata è cominciata con una breve esposizione del Sindaco che riassumeva i principi guida seguiti dalla giunta: salvaguardia  del territorio, equità sociale ed equità patrimoniale. Permettere alcuni piccoli sviluppi urbanistici in zone differenti dal centro storico ma non applicare gli sconti possibili sugli oneri urbanistici. Dopo qualche incontro tra le forze di coalizione, della Commissione Territorio e tenuto conto delle osservazioni dei consiglieri si era deciso di rimandare alcune scelte al momento in cui verrà adottato il nuovo PGT, Piano di Governo del Territorio, che dovrà essere predisposto entro marzo 2010 in sostituzione dei vecchi PRG.

Quindi la proposta della Giunta: applicazione del piano casa solo per le zone B1, B2 e B3.
A questo punto Simone Negri, capogruppo del PD chiedeva una sospensione della seduta per permettere una riunione dei consiglieri PD. La riunione veniva poi allargata a tutti i capigruppo nel tentativo di trovare  un nuovo accordo.

Ma cosa  era successo nei giorni precedenti?

A quanto abbiamo capito le cose, probabilmente, sono andate così: la Giunta aveva formulato una prima proposta di applicazione del piano casa che prevedeva la possibilità di sopraelevare le case ALER del q.re Tessera sino a costruire 270 appartamenti nuovi (dichiarazione del consigliere Capuano del PD) ovvero la possibilità di alzare quelle case di due piani (dichiarato dal capogruppo PD Simone Negri) .
Il Partito Democratico ha contestato questa proposta chiedendo di conoscere esattamente gli impatti della legge sul territorio. In altri comuni, per esempio, sono state elaborate delle descrizioni minuziose, strada per strada, delle possibili applicazioni della legge regionale.
Gli uffici comunali e la Giunta hanno dato però risposte vaghe.
A questo punto i consiglieri di maggioranza hanno trovato una mediazione con le forze di opposizione che prevede la possibilità di applicare il piano casa solo per le case delle zone B1 e B2, ovvero la zona di via privata Baggio e quella intorno  a via Pasubio e solo per le villette mono o bifamigliari. Questo accordo ha assunto la forma di un emendamento da presentare in consiglio. Nonostante questo accordo fosse noto a tutti, la Giunta ha ritenuto di arrivare in consiglio comunale con una proposta differente, in nome del principio antidiscriminatorio, (perchè la legge si può applicare a chi abita nella zona B1 e B2 ma non nella B3? o tutti o nessuno), quindi la proposta del Sindaco è diventata quella di NON applicare la legge regionale nell’intero territorio comunale.
Argomentazione questa contestata dal consigliere Ursino il quale ha ricordato come il PRG o il futuro PGT saranno certamente discriminatori, essendo la discriminazione nella natura stessa di queste scelte (se permetto di costruire una casa su un certo lotto di terra, devo quindi permettere la costruzione su tutti i lotti esistenti? certo che no, ha esemplificato Ursino).
Il capogruppo PD Negri ha ricordato come Giunta e consiglieri fossero d’accordo sul principio di bloccare questa norma. La legge è in deroga a tutto e forse in contrasto con leggi nazionali.
E’ la classica legge “berlusconiana” ha proseguito Negri, perchè solletica piccoli appetiti individuali per poi produrre dei disastri generali. C’è alla base di questa legge un’idea sbagliata del ruolo dell’edilizia. Non siamo più negli anni  ’60. In Italia il 70% delle abitazioni è a rischio.
Il PD vuole bocciare la legge e quindi voterà a favore della proposta del sindaco.
All’intervento di Negri ha fatto eco il capogruppo del Popolo della Libertà, Sante Raimondi, che ha ricordato invece  come la funzione di questa legge sia positivo, proponendosi di rilanciare il settore edile. L’edilizia ha un ruolo trainante su tutti gli altri settori economici, ha dichiarato Raimondi. Ma il centro destra cesanese è consapevole che questo territorio sia ormai saturo di costruzioni e che pertanto il piano casa abbia poche possibilità di utilizzo.
Quindi è stato trovato un accordo con la maggioranza che poi, le contraddizioni interne alla maggioranza stessa, hanno vanificato. Tutto ciò non è serio, ha concluso Raimondo.
Dopo altre interruzioni della seduta e con l’opposizione che assisteva incredula a quanto stava accadendo (situazione kafkiana l’ha definita Massimo Mainardi della lista La Svolta), si è arrivati al voto finale. L’emendamento inizialmente concordato dai capigruppo è stato fatto proprio dall’opposizione e votato anche dai consiglieri Capuano e Ursino. Ma ha raccolto 9 voti a favore e 10 contro, quindi è stato bocciato. Approvato invece, con 10 voti a favore e 9 contro, l’emendamento del Sindaco, questa volta concordato con la maggioranza, che chiede la non applicazione della legge regionale a Cesano.
A Cesano Boscone pertanto non sarà possibile applicare le norme del Piano Casa.
Fin qui il riassunto dei fatti principali.
Ora ci sia concesso un piccolo commento. Finalmente a Cesano Boscone c’è un consiglio comunale degno di questo nome e consapevole del ruolo che deve esercitare.
Avevamo assisitito in passato a scialbe serate in cui le proposte e decisioni della Giunta e del Sindaco venivano contestate dall’opposizione ma senza che si accendesse un vero dibattito  con i consiglieri di maggioranza che quasi non aprivano bocca limitandosi a votare.
Il 14 ottobre invece abbiamo visto i consiglieri di maggioranza diventare protagonisti della discussione politica, come avrebbe sempre dovuto essere. Finalmente si è manifestata una dialettica all’interno alla maggioranza, dialettica  anche dura, ma produttiva.
Tutto ciò concerne la competenza e la dignità che chiunque ricopra un incarico pubblico  deve avere e che in passato è spesso mancato, in particolare tra i consiglieri di maggioranza i quali  troppe volte si sono limitati a votare senza discutere.
Un organismo del genere non ha alcun senso, fa solo perdere tempo e soldi. Il passo successivo sarebbe quello di chiuderlo in quanto Ente Inutile.
Se invece i consiglieri esercitano fino in fondo il proprio ruolo, si informano, discutono tra loro e con gli amministratori, se elaborano proposte e cercano convergenze con tutti, maggioranza od opposizione, allora si attiva una “sana” dialettica istituzionale, che dà un senso alla democrazia rappresentativa.
Per arrivare a questo è necessario che ciascuno degli attori in scena interpreti fino in fondo il proprio ruolo: sindaco, assessore o consigliere che sia.
Un Consiglio comunale attivo, propositivo, che controlli ed indirizzi l’azione amministrativa è da tanto, troppo,  tempo che a Cesano manca.
Non vorremmo illuderci, ma nel Consiglio del 14 ottobre ci è parso di intravvederlo…..

 

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